Movimento Terre

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Movimento Terre è una rete di piccole realtà agricole nata dalla comune volontà di convogliare gli sforzi individuali in
una rete in grado di rilanciare un modello di economia e di produzione alternativi.
Il concetto di economia alternativa implica la messa a punto di una nuova idea di economia, con al centro non il
denaro, ma gli individui e le relazioni tra essi. Una nuova idea di scambio, non più solo mercantile, ma come continua
messa in comune di saperi e sapori, culture e tradizioni.
La produzione alternativa è legata invece al rispetto dell’ambiente e della natura. Pertanto i produttori di
Movimento Terre rifiutano di utilizzare prodotti chimici per l’agricoltura e per le trasformazioni cercando di rompere
quel rapporto di subordinazione che vede gli agricoltori “convenzionali” sempre più dipendenti dai fornitori di mezzi
tecnici (semi, pesticidi, fitofarmaci, additivi).
Noi tutti riconosciamo la necessità del recupero della dignità di chi lavora la terra per trarne nutrimento o materie
prime. Riconosciamo dunque la stessa dignità all'agricoltore, all'allevatore, al trasformatore; purché le loro attività
siano condotte secondo una BIO-LOGICA, che per noi significa TUTELA e RISPETTO: del territorio e delle risorse, delle
persone e di se stessi.
Il “nostro” agricoltore o trasformatore non è necessariamente “certificato”, non è necessariamente “a norma” o “in
regola”: il nostro produttore è “Bio-Logico” per noi. E noi ci preoccupiamo che lo sia veramente, attraverso la
conoscenza diretta delle persone e delle pratiche produttive che mettono in campo.
Anche se alcuni di noi gestiscono aziende agricole certificate secondo “L’Agricoltura Biologica”, noi tutti siamo
attivamente critici e curiosi nei confronti di Protocolli e Procedure. Preferiamo produrre secondo la nostra coscienza,
secondo i nostri saperi e quindi senza perdere di vista il nostro intento: fornire prodotti naturali e di qualità e per
questo essere protagonisti nel nostro territorio.
I produttori della nostra Rete rivendicano nella propria scelta di vita un preciso RUOLO SOCIALE, che si esplica
proprio in un impegno alla tutela e riproducibilità del terreno, di ciò che ci vive, delle risorse coinvolti dalla sua
attività. Attività che non ha dunque la sola produzione in sè e per sè come unico fine.
Con quanto detto fin qui, i nostri produttori si assumono un preciso impegno nei confronti dei fruitori finali dei loro
prodotti:
 mantenere la salubrità e le condizioni di riproducibilità dei prodotti stessi;
 informare costantemente e dettagliatamente sulle proprie pratiche e scelte.
Il produttore di Movimento Terre ascolta le domande, fornisce risposte comprensibili, accoglie critiche oltre a farle;
sia dagli altri elementi della Rete sia dai fruitori finali che, con questo scambio attivo e cercato, vengono visti
piuttosto come co-produttori.
La nostra Rete è quindi un soggetto collettivo che vuole rapportarsi con la società reale che ha intorno per costruire
soluzioni e relazioni. Vogliamo costruire queste alternative non solo con gli altri produttori a noi affini, ma anche e
soprattutto coinvolgere i fruitori e altri soggetti sociali nella costruzione di alternative di sostenibilità per tutti.
Movimento Terre vuole essere soggetto sociale in grado di ascoltare e accogliere stimoli e proposte da diversi
soggetti sociali, con cui si porrà in relazione.
Partendo dalla constatazione di un problema di sopravvivenza, e credendo profondamente nel valore irrinunciabile
di autogestione e autodeterminazione, vogliamo trovare proprio nella crisi risposte alternative alla nostra
sussistenza e quindi alla sostenibilità del nostro ruolo sociale.
Alla luce di quanto finora detto, i nostri prodotti portano con sé un alto valore aggiunto…

CERTIFICAZIONE PARTECIPATA IN PUGLIA E BASILICATA

Negli ultimi anni in Italia si sono sviluppate e rafforzate diverse reti locali cherivendicano il diritto al cibo
genuino e all’ autodeterminazione alimentare organizzando attivamente mercati contadini autogestiti, tramite
l’alleanza produttori-consumatori (che preferiamo chiamare “fruitori per sottolineare un approccio non
esclusivamente commerciale). In seno a queste reti si è andata determinando l’esigenza di un superamento del
sistema di enti certificatori istituzionali del biologico, giudicato da fruitori e produttori insufficiente a garantire
trasparenza nella filiera ed effettiva qualità e genuinità del prodotto finito.
Le reti hanno risposto ognuna in maniera autonoma e originale a questa esigenza, sviluppando percorsi
particolari che hanno nomi diversi (controllo partecipato, garanzia partecipata, certificazione partecipata). Il
comune denominatore di questi percorsi sta proprio nell’aggettivo. Il concetto di partecipazione prevede infatti
il coinvolgimento diretto e dal basso di tutti gli attori del processo economico, ovvero produttori e
consumatori, senza intermediazioni, intromissioni o interferenze di terzi. I risultati di questi percorsi, che
spesso hanno portato ad esiti davvero interessanti, non rappresentano mai un “arrivo” definitivo, ma sono
sempre tappe provvisorie, seppur importanti e significative, di un cammino progressivo e in divenire.
In Puglia e Basilicata, con la Fiera delle Autoproduzioni (dal 2004), il GAS “NestorMachno” (dal 2007) e
Movimento Terre-Rete delle Autoproduzioni Puglia e Basilicata (dal 2010), partiamo dal presupposto che chi
lavora la terra partecipando al nostro progetto, a prescindere dal fatto che abbia o meno la certificazione
biologica o che sia “a norma”, “in regola” o meno, conduca le proprie attività secondo una logica di rispetto e
tutela del territorio, della natura, delle persone, di se stessi e di ogni essere vivente. Prendiamo le decisioni
all’unanimità, secondo il principio del consenso “per promuovere un altro modello di economia e di vita, che
metta al centro non il denaro ma le persone e le relazioni”, ripudiando ogni forma di sfruttamento, razzismo,
fascismo, sessismo, omofobia e altre discriminazioni. Al fine di mettere in pratica tutto ciò abbiamo individuato
una serie di strumenti e pratiche a nostra disposizione: le schede di autocertificazione di ogni produttore,
singole e/o raccolte in un catalogo collettivo della rete, il prezzo-sorgente, le verifiche dirette in loco, la pratica
del banco unico.
Le schede di autocertificazione sono il primo passo, minimo e indispensabile, per far fede all’impegno di
trasparenza e informazione con i fruitori, gli altri produttori e altri soggetti sociali. All’interno della scheda, che
ogni produttore può impostare liberamente come crede, sono contenute informazioni di base, quali la
descrizione dell’azienda/realtà, i propri fini, ciò che produce, come produce, il prezzo-sorgente, ecc.
Il catalogo collettivo è la raccolta di tutte le schede di autocertificazione dei produttori aderenti alla rete e
viene utilizzato, principalmente, ma non solo, quando si pratica il banco unico, per rendere più fruibili, le
informazioni riguardanti i produttori, la rete e le loro pratiche.
Il prezzo-sorgente consiste nel dettagliare nello specifico tutte le cause e le motivazioni che hanno portato
alla decisione del prezzo finale praticato sul prodotto, dai costi vivi (di produzione, trasformazione,
confezionamento, distribuzione, ecc.) ad un’eventuale spiegazione dell’utile ricavato dalla differenza. Questo al
fine di garantire la massima trasparenza possibile.
Le verifiche dirette in loco consentono di rendere più trasparenti e chiare a tutti le attività produttive degli
aderenti. Le nostre sono realtà “aperte” e consentono a chiunque e in qualsiasi momento di farci visita

(ovviamente nei limiti del buon senso e della decenza). Nelle visite sono presenti produttori affini (che si
presume siano capaci più di altri di verificare le dichiarazioni fatte o di cogliere eventuali incongruenze) e i
consumatori critici (grazie al supporto dei GAS), oltre che chiunque sia interessato. Questo soprattutto per
quanto riguarda i nuovi aderenti che si affacciano alla rete. Per quanto riguarda i membri fondatori di
Movimento Terre, tutti quanti hanno ricevuto almeno una visita di verifica, anche grazie al fatto che le nostre
assemblee si svolgono a turno nelle realtà di ogni produttore.
La pratica del banco unico consiste nell’accorpare i vari banchetti/bancarelle dei produttori aderenti alla rete
in un unico grande banco gestito da tutti i produttori o da una parte di essi. Esso è un forte segnale di presenza
politica e un buono strumento di presentazione della Rete in contesti politici o culturali ritenuti interessanti.
Viene utilizzato principalmente, ma non solo, nei mercati fuori regione come discreta soluzione logistica e
permette di:

  • rendersi ben riconoscibili e distinti anche grazie a striscioni, apposite pannellature esplicative e altro
    materiale informativo;
  • ottimizzare il lavoro;
  • rendere le pratiche produttive di ogni produttore più affini e famigliari l’un l’altro;
  • affiatare il gruppo;
  • rendere ognuno più responsabile, anche dei prodotti altrui;
  • essere compatti e uniti in caso di autodifesa da agenti esterni vari che possono mettere a rischio la
    possibilità di fare mercato.

Mediante queste ed altre pratiche, partendo dall’autocertificazione di ogni singolo produttore, siamo
approdati al concetto di certificazione partecipata, in cui ogni produttore della rete (ma anche consumatore
consapevole) è in qualche modo responsabile di ciò che è scritto su ogni singola scheda e di ciò che si vende su
ogni singolo banco. Come si diceva prima, i risultati di questi percorsi non sono mai definitivi, né hanno la
pretesa di essere perfetti. Nessuno ha la verità in tasca ma ciò che è importante è che sono i risultati del nostro
percorso autonomo e indipendente. Un percorso che, anche grazie al confronto e al dialogo con le altre reti,
non smette mai di crescere e di rinnovarsi.

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